1992
RADICI
ARTIFICIALI
Radici artificiali per il consolidamento e contenimento dei terreni cedevoli a causa dell'erosione naturale o antropica. Il sistema è ispirato all'apparato radicale del Ficus. La soluzione progettuale si fonda su un sistema combinato costituito da elementi orizzontali ispirati al modo in cui le radici vegetali avventizie costituite da un fusto centrale con un sistema di radici secondarie frenano il terreno e da una struttura modulare collocata in superficie alla quale possono essere collegati diversi elementi in funzione del tipo di terreno e dell'orografia (reti orizzontali, tele o cavi da inserire nel terreno). Il sistema è studiato per essere permeabile e quindi drenante e per ospitare la crescita delle piante e delle #radici in modo da creare una azione antifrana congiunta natura-artificio. La versatilità è alla base anche di questo progetto. Il sistema è stato studiato, infatti, per essere adattabile alle diverse caratteristiche dei terreni, leggero e facile da trasportare. I materiali costruttivi dei moduli pensati in cemento alleggerito a basso impatto ambientale avrà un'evoluzione nel tempo con #materiali #degradabili e compatibili con i differenti tipi di terreno. Anche le radici artificiali ipotizzate in biopolimeri che lasceranno nel tempo spazio alle radici naturali. Il sistema ideato ha aperto la strada a numerose proposte analoghe fondate su criteri di ingegneria naturalistica.
DESIGN TEAM
Carmelo Di Bartolo Direttore Centro ricerche CRIED, progetto di Luis Roberto Marques da Silveira e Ottavio Di Blasi con Marina Nova e Sergio Volturo. Testo di Dario Moretti
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